fbpx
0284945796 [email protected]

NORMATIVA CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO (CCNL)

Il Contratto Collettivo di lavoro (CCNL) trova un primo riferimento normativo nell’articolo 39 della Costituzione il quale stabilisce che i sindacati; “Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce”.
Il contratto collettivo di lavoro viene istituito fra un datore di lavoro ed un’organizzazione (o più) di lavoratori, ed ha l’obiettivo di garantire il trattamento minimo garantito e le condizioni di lavoro che dovranno essere rispettate in qualsiasi rapporto di lavoro facente riferimento tale contratto di lavoro.
Esistono due tipologie di livelli di contrattazione collettiva:

  1. Contrattazione di primo livello; i contratti hanno valenza nazionale, come ad esempio gli Accordi interconfederali e il Contratto Collettivo Nazionale di lavoro di categoria.
  2. Contrattazione di secondo livello: questi contratti vengono invece stipulati a livello territoriale e/o aziendale. Le parti che lo stipulano sono le associazioni datoriali territoriali o il singolo datore di lavoro e le strutture territoriali delle organizzazioni sindacali che abbiano stipulato il contratto collettivo nazionale. Viene chiamata “contrattazione decentrata” e solitamente prevede materie ed istituti migliorativi rispetto a quelli previsti a livello nazionale.

 

CHE COS’È IL ONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO?

È un accordo giuridico che stabilisce:

  • le regole generali per i contratti di lavoro, come per esempio; gli orari, la retribuzione, le ferie, la malattia. Si individua il minimo salariale, la durata massima dell’orario di lavoro, garantisce un minimo di ferie annuali che solitamente sono stabilite in 4 settimane. Regola anche le tutele in caso di malattia, infortunio, maternità.
  • le condizioni minime che devono essere rispettate nei confronti dei lavoratori di uno specifico settore.

Le parti contraenti del CCNL sono i sindacati dei lavori (come per es. la CGIL, la CISL, la UIL) e le associazioni datoriali (come per es. Confindustria, Confcommercio, Confartigianato).
Ha solitamente una durata di 3 anni.

 

IL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO (CCNL) NELLA STORIA

Il CCNL si è evoluto molto nel tempo ed ha subito diverse modifiche per arrivare ad essere quello che è oggi.
Dobbiamo risalire fino alla Carta del lavoro del 1927 (entrata in vigore nel 1941), per individuare il primo modello legislativo di “contratto collettivo nazionale”. Con la nascita della Repubblica italiana poi, la tutela dei lavoratori ha fatto molti passi avanti, lo vediamo in particolare con il già summenzionato art. 39 della Costituzione. Quando poi, negli anni successivi, i rapporti tra datori di lavoro e sindacati si fece più delicato, lo Stato intervenne, deciso a far sentire la propria voce. è così che si è sviluppato il fenomeno della “Concertazione” che è servito per poter creare un dialogo sempre più solido fra il governo e le parti sociali.
Negli ultimi anni stiamo vivendo un periodo in cui i sindacati stanno perdendo sempre più potere contrattuale e lo si nota dagli evidenti ritardi con i rinnovi dei CCNL.

 

QUALI TIPOLOGIE DI CONTRATTI COLLETTIVI NAZIONALI ESISTONO?

I Contratti collettivi nazionali sono circa un centinaio, ma possiamo citare i più importanti, che sono:

  1. CCNL del Commercio
  2. CCNL dei Metalmeccanici
  3. CCNL Terziari
  4. CCNL Telecomunicazione
  5. CCNL Chimico Farmaceutico
  6. CCNL Bancari
  7. CCNL Cooperative sociali
  8. CCNL del Turismo
  9. CCNL Industria alimentare.

 

****

Lo Studio rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento occorresse.

Per conoscere i servizi che si offrono, di seguito il link alla pagina relativa alla materia contrattuale.

Foto Agenzia Liverani